Rossella e Lucia, volontarie di AIL Varese-Como, hanno deciso di dedicare parte del loro tempo al supporto di pazienti del reparto di Ematologia dell’ospedale di Busto Arsizio.
Cosa significa essere volontari nell’area di Day Hospital?
La loro testimonianza ce lo racconta!
È martedì mattina, ore 8.
Di fronte all’ingresso del reparto terapie del Day Hospital di Oncoematologia dell’ospedale di Busto Arsizio ci fermiamo un attimo prima di abbassare la maniglia ed entrare per iniziare la nostra esperienza di volontarie AIL Varese Como.
L’accelerazione del battito cardiaco ci rammenta l’importanza e la delicatezza del viaggio che stiamo per intraprendere. Nessun timore, nessuna esitazione per questo inizio fortemente desiderato perché, nella mission di AIL, al primo posto resta saldamente ancorato il sostegno ai pazienti ematologici anche attraverso il supporto alle strutture ospedaliere, alla loro accoglienza in ambienti idonei e specializzati, alla ricerca, affinché le cure siano sempre più personalizzate, efficaci ed efficienti.
Non abbiamo nessun protocollo da seguire, tranne quello del cuore, che dopo vent’anni di volontariato in AIL Varese, ci ha portato ad avvicinare e conoscere tante persone che hanno camminato sulla strada accidentata della malattia del sangue.
Con queste premesse spingiamo la maniglia della porta e entriamo.
I sorrisi delle infermiere e del personale assistenziale stemperano un po’ l’apprensione e il loro accoglierci con un caldo caffè ci riempie di fiducia. Ecco la parola magica “fiducia”…quella che provano e sentono i pazienti sdraiandosi sul letto prima di iniziare la terapia. Fiducia in quelle abili ed esperte mani delle infermiere che rassicurano con i loro sorrisi, gli incoraggiamenti, l’affabilità e fanno sentire un po’ in famiglia, una famiglia speciale. Fiducia nella professionalità dei medici ematologi e nella loro profonda competenza.
Allora già che tutto è così a posto, i contenitori del caffè, del tè, del latte ordinati e pronti, i biscotti, i succhi di frutta, gli yogurt serviti ad addolcire la mattina, dato che qui non manca nulla cosa ci facciamo noi?
Noi siamo la voce, la storia simile alla loro, siamo la chiacchierata tra chi condivide pezzi di vita indossando le stesse scarpe e camminando sullo stesso marciapiede, tra chi si prende un caffè insieme e se la racconta sedendosi accanto al letto, sorridendo di momenti buffi ed emozionandosi di attraversare periodi difficili con un coraggio e una forza sconosciuti fino ad ora. Perché bisogna sedersi almeno una volta nel corso dell’esistenza a tavola con il dolore per capirsi anche solo con lo sguardo.
Siamo le orecchie che ascoltano con l’anima, senza dire, senza la pretesa di aggiungere, siamo il rispetto dei tempi delle medicazioni, dei silenzi… siamo lì per donare il nostro tempo al loro, momentaneamente sospeso, in attesa che diventi loro di nuovo, che se ne riapproprino.
Così, forse, quelle ore poche o tante che siano, da trascorrere nel bianco delle lenzuola passano più velocemente e, dopo un po’, ci si chiama per nome, ci si conosce di più e ci si fa forza.
Ci vediamo martedì prossimo Carla, Luigia, Marta, Massimo Roberto, Renato, Maria Rosa, Daniela…Arrivederci!
Le volontarie,
Rosella e Lucia